COSA SONO LE CELLULE STAMINALI
Le cellule staminali sono cellule immature non specializzate e in grado di svilupparsi in cellule dei tessuti. A seconda della potenzialità si distinguono in:
1. TOTIPOTENTI: in grado di differenziarsi in qualsiasi tipo di tessuto.
2. PLURIPOTENTI (O MULTI) POTENTI: si trasformano solo in alcuni tipi di tessuti.
3. UNIPOTENTI: possono dar luogo solo ad uno specifico tessuto.
RELATIVAMENTE ALLE FONTI DI RACCOLTA LE CELLULE STAMINALI SONO DISTINTE IN:
A) EMBRIONALI AUTOLOGHE Derivano da una cellula-uovo non fecondata privata del suo nucleo che viene sostituito con quello di una cellula somatica adulta. Si ottengono così cellule dotate dello stesso patrimonio genetico del donatore/paziente e possono essere trapiantate senza rischio di rigetto.
B) FETALI possono essere ricavate da aborti naturali. Sono pluripotenti ma non si conosce ancora la loro capacità di generare tessuti diversi.
C) DA SANGUE PLACENTARE Sono pluripotenti: vengono prelevate dalla placenta e dal cordone ombelicale dopo il parto. Si conservano in banche anche per decenni a disposizione dei pazienti onco-ematologici che necessitano del trapianto del midollo osseo. D) DA ADULTO sono pluripotenti e provvedono al mantenimento dei tessuti e alla loro riparazione dopo un danno. Fino ad oggi sono state utilizzate per i trapianti di midollo osseo. Recenti studi hanno dimostrato che sono anche in grado di differenziarsi in alcuni tipi di tessuti.
PER APPROFONDIRE:
Dal sito dell’ADUC: tutto sulle cellule staminali
AdoCeS, Associazione Donatori Cellule Staminali, è stata costituita a Verona nell’agosto 2000 con lo scopo di contribuire a diffondere nella società la conoscenza delle cellule staminali e delle implicazioni etico-sociali della ricerca biomedica nei settori di frontiera dell’ingegneria genetica e cellulare.:www.adoces.it
Corriere della Sera 25.11.05
Nato il bimbo su misura per curare la sorella Primo designer baby italiano, embrioni selezionati in Turchia. Le sue staminali utilizzate contro la talassemia della piccola […]
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/11_Novembre/25/bimbo.shtml
Da fonte ansa del 17.10.05
STAMINALI senza distruggere l’embrione
Per il mondo scientifico sono gia’ le ”cellule staminali politiche” per il fatto che possono essere ottenute senza distruggere embrioni e senza quindi sollevare problemi etici. Ben due diverse tecniche salva-embrione, descritte in due articoli pubblicati on line da Nature, sono state messe a punto in modo indipendente da due gruppi di ricerca negli Stati Uniti. Per il momento sono state sperimentate solo nei topi, ma il prossimo passo sara’ verificarne l’efficacia su embrioni umani. In caso di successo, i ricercatori sono convinti che sara’ questa la strada per produrre riserve di staminali da utilizzare nella futura medicina rigenerativa. L’obiettivo ultimo, affermano, e’ ”trovare nuove terapie per malattie oggi incurabili”. Ad ottenere le cellule staminali senza distruggere l’embrione sono stati il gruppo guidato da Robert Lanza, dell’Advanced Cell Technology (ACT, la struttura privata che nel novembre 2001 annuncio’ la clonazione del primo embrione umano), e i biologi Alexander Meissner e Rudolph Jaenisch, del Massachussetts Institute of Technology (MIT). Ecco le due tecniche salva-embrione: – DA UN’UNICA CELLULA 5 LINEE DI STAMINALI: una sola cellula staminale e’ stata prelevata da un embrione di topo ai primissimi stadi di sviluppo; poi e’ stata immersa in un cocktail di sostanze, come fattori di crescita, che l’hanno fatta moltiplicare e specializzare in cinque diverse linee di cellule staminali capaci di dare origine a cellule nervose, di ossa e del muscolo cardiaco. Sempre dalla stessa cellula si sono ottenute anche sette linee di staminali destinate a sviluppare strutture esterne all’embrione, come lo strato di cellule che fa aderire l’embrione alle pareti dell’utero (trofoblasto). L’embrione dal quale e’ stata prelevata la cellula e’ stato impiantato in utero e si e’ sviluppato fino alla nascita di un topo. E’ la strategia seguita dalla ACT in collaborazione con l’universita’ del Wisconsin. Per prelevare la cellula e’ stata adottata una tecnica molto simile a quella della diagnosi genetica pre-impianto, utilizzata in molti Paesi negli interventi di fecondazione artificiale (ad esempio, per selezionare gli embrioni sani di una coppia portatrice di malattie genetiche) e proibita dalla legge italiana. – EMBRIONI SENZA DESTINO: il gruppo del MIT ha prelevato le staminali da embrioni privi dello strato di cellule che li a’ncora alle pareti dell’utero. Questi embrioni incapaci di crescere per dare vita a un organismo sono stati ottenuti disattivando il gene Cdx2, che controlla la produzione delle proteine necessarie per lo sviluppo dello strato di cellule che fa aderire l’embrione all’utero. L’assenza del gene Cdx2 non e’ comunque una condizione irreversibile perche’ puo’ essere riattivato nelle cellule staminali prelevate e fatte sviluppare in laboratorio. – PRIMA POSSIBILE I TEST CON CELLULE UMANE: il prossimo passo sara’ sperimentare le tecniche salva-embrione per ottenere staminali umane. ”Questo lavoro – ha osservato Lanza – e’ stato fatto nel topo e la sua validita’ dovra’ ora essere verificata sull’uomo. Sarebbe tragico non percorrere tutte le strade disponibili per portare questa tecnica al letto del malato nel tempo piu’ rapido possibile”.
STAMINALI: SECONDO TRAPIANTO CELLULE ADULTE ESPANSE IN VITRO
Al Policlinico San Matteo di Pavia e’ stato eseguito nelle scorse settimane il secondo trapianto di cellule staminali adulte del cordone ombelicale, utilizzando cellule emopoietiche espanse in vitro. L’intervento, che segue di alcuni mesi il primo realizzato nel mondo, e’ stato effettuato ancora una volta dall’equipe del professor Franco Locatelli, direttore dell’unita’ di oncoematologia del Policlinico San Matteo di Pavia.
Il primo trapianto di cellule staminali adulte amplificate in vitro era stato realizzato la scorsa estate sempre al San Matteo dal professor Locatelli. ”Un intervento unico e storico”, l’aveva definito il ministro della Salute Girolamo Sirchia. Grazie a quell’intervento un bambino di 5 anni era stato guarito dalla talassemia.
Questa volta e’ toccato a una bambina calabrese di 7 anni affetta da un’altra malattia genetica: l’anemia a cellule falciformi. E le staminali sane che l’hanno guarita sono state prelevate, nel reparto di Oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia diretto da Franco Locatelli -che il 28 aprile 2005 ha illustrato ai giornalisti l’intervento- dal cordone ombelicale della sorellina della bambina malata, nata cinque mesi fa nella Clinica di Ostetricia dell’ospedale pavese.
Il sangue cordonale e’ stato raccolto, criopreservato e conservato presso il servizio di immunoematologia e trasfusione del San Matteo diretto dalla dottoressa Laura Salvaneschi. Quindi, il 16 marzo scorso, al Policlinico San Matteo di Pavia e’ stato effettuato il trapianto nell’organismo della sorella maggiore. Il decorso clinico della piccola paziente dopo il trapianto e’ stato ottimale. Questa seconda felice esperienza fornisce ulteriore impulso ai programmi di trapianto di cellule del cordone ombelicale in soggetti di peso corporeo elevato, precisa il prof. Locatelli, che pensa gia’ che nei prossimi mesi sara’ possibile effettuare questi interventi su adolescenti se non addirittura su adulti.
L’anemia a cellule falciformi, di cui la bimba era affetta, e’ una patologia geneticamente determinata che espone le persone che ne sono affette a gravi e talora fatali complicazioni anche di ordine neurologico. Si tratta di una malattia definitivamente guaribile solamente attraverso il trapianto di cellule staminali emopoietiche. E oggi, come sette mesi fa, i giornalisti hanno chiesto se la madre, conscia del forte rischio di generare un altro bambino malato -e per di piu’ di nessuna utilita’ alla sorellina maggiore- non si fosse sottoposta alla procedura di selezione degli embrioni (peraltro e’ vietata dalla legge, che il 12 giugno prossimo sara’ sottoposta a referendum abrogativo), per avere la certezza che il secondogenito fosse assolutamente sano e compatibile col primo. Il professor Locatelli ha risposto negando che la madre -il cui nome non e’ stato fatto per ragioni di riservatezza- si sia sottoposta a questa procedura.
Fonte: Cellule staminali – ADUC (29 aprile 2005)
http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_4305.html
STAMINALI: BIMBO TALASSEMICO GUARISCE CON TRAPIANTO A PAVIA – (Notizia tratta dal sito di Repubblica del 06-09-2004.)
Le cellule prelevate dal cordone ombelicale dei fratelli gemelli.
Sirchia: “Risultato storico, speranza per migliaia di malati”
MILANO – Le cellule staminali del sangue placentare di due gemelli hanno guarito dalla talassemia il fratellino di 5 anni. E’ accaduto presso l’oncologia pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia dove è stato effettuato il trapianto, il primo al mondo con queste caratteristiche.
“E’ un risultato storico – ha commentato il ministro della Salute, Girolamo Sirchia – perché apre speranze anche per i malati adulti”. Sirchia si trovava oggi al policlinico di Milano, che attraverso la sua “Cell Factory” ha contribuito all’operazione.
L’articolo che annuncia lo storico evento:
La talassemia, o anemia mediterranea, è una malattia ereditaria del sangue che impedisce al midollo osseo di produrre emoglobina in quantità sufficiente. Chi ne è affetto è costretto a trasfusioni periodiche (ogni 15-20 giorni) per sopperire alla mancanza di globuli rossi. Il bambino operato a Pavia doveva indossare, inoltre, un apparecchio elettronico che gli iniettava sottopelle un farmaco salvavita. In seguito all’intervento, effettuato il 12 agosto, ora può considerarsi “completamente normale, perfettamente guarito”.
Il trapianto di Pavia è unico in quanto il piccolo paziente ha ricevuto due unità di sangue placentare, prelevate dal cordone ombelicale dei suoi fratellini, due gemelli nati ad aprile. Una unità non è stata trattata, mentre nell’altra, povera di cellule madri, le staminali sono state amplificate in provetta.
“Questo ha permesso di valutare il contributo di entrambi i tipi di staminali – ha spiegato Sirchia – e di dimostrare che anche quelle espanse in laboratorio funzionano bene. In futuro potremo quindi utilizzare anche le sacche di sangue più povere e ottenere un numero di cellule abbastanza grande da permettere il trapianto anche negli adulti, oggi il vero problema“.
Le cellule staminali sono cellule, non specializzate. Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, e possono originare vari tipi di cellule o tessuti diversi, attraverso un processo denominato “differenziamento”. Il trapianto di questi “mattoni” potrebbe aiutare a sconfiggere malattie provocate dalla degenerazione di gruppi di cellule, come il morbo di Parkinson o di Alzheimer.
“Bisogna guardare ai fatti, non lasciarsi trascinare da entusiasmi o impressioni. E i fatti dicono che fino ad oggi gli unici risultati concreti sono stati ottenuti dalle staminali adulte”, ha aggiunto Sirchia. “Per ora le cellule staminali embrionali, di cui tanto e in ogni sede si discute, rappresentano solo una speranza”.
Tratto dal Notiziario Cellule Staminali dell’Aduc www.staminali.aduc.it
Anno II Numero 39 del 11 Luglio 2003
Italia. Test prenatale: possibilità di cura per la talassemia
Per le coppie portatrici sane di talassemia beta (e di altre malattie con caratteristiche simili) esiste la possibilità, attraverso un test prenatale, di sapere se il feto è compatibile con un fratello per un trapianto di midollo osseo. Questo tipo di terapia ha il 95% di possibilità di curare definitivamente se effettuato a un anno dalla nascita, offrendo così un’alternativa alla scelta dell’interruzione di gravidanza.
Un gruppo di esperti italiani ha presentato, in una lettera pubblicata dalla rivista scientifica The Lancet, la propria esperienza al centro per i Trapianti di Midollo Osseo (Tmo) dell’ospedale per le Microcitemie di Cagliari.
Sono due gli aspetti rilevanti: questo procedimento – spiega Francesca Argiolu, autrice dello studio, del dipartimento di scienze biomediche e biotecnologie dell’Università’ di Cagliari, centro Tmo, ospedale per le Microcitemie – crea un’alternativa all’interruzione di gravidanza, e, inoltre, è applicabile a qualsiasi malattia genetica che si può diagnosticare in utero e per cui esiste la possibilità di guarigione con trapianto di midollo osseo”.
“In Sardegna – aggiunge Argiolu – un bambino ogni otto nasce portatore sano di talassemia beta, detta anche Anemia Mediterranea. Oggi, grazie a prevenzione, informazione ed alla diagnosi prenatale non nascono più di 7/8 bambini malati all’anno, ma negli anni 70 ne nascevano circa 150. “Noi viviamo ogni giorno il problema delle coppie di portatori sani di talassemia beta che ci chiedono di avere figli sani o se e come possono curare i figli malati. L’unica possibilità di guarire è il trapianto di midollo osseo”.
Il gruppo di esperti ha effettuato, sul materiale genetico dei feti che viene prelevato tra la nona e l’undicesima settimana per la diagnosi prenatale della malattia, la tipizzazione Hla, cioè il test che, identificando il tipo di tessuto del feto, permette di sapere se è compatibile con il donatore di midollo osseo. Se il feto è affetto dalla malattia e ha un fratello sano, esiste, come spiega Argiolu, una probabilità del 25% che siano compatibili, quindi, più sono i fratelli possibili donatori, più alta è la probabilità che si possa effettuare il trapianto. Il trapianto, continua l’esperta, se effettuato a 12-18 mesi di vita, ha il 95% di probabilità di successo.
Ma c’e’ anche un altro modo per cui il test di tipizzazione tessutale può servire per curare la talassemia beta. Infatti, se il feto non e’ affetto dalla talassemia, potrebbe essere compatibile con un fratello malato, a cui può donare il sangue del cordone ombelicale che viene utilizzato come fonte di cellule staminali per il trapianto.
Cellula staminale è un termine utilizzato per definire una cellula “generica”, indifferenziata, in grado di dividersi per periodi indefiniti per autoriprodursi e per dare origine ai numerosi tipi di cellule specializzate che eseguono specifiche funzioni dell’organismo, i tessuti (esempio: cellule cerebrali, cellule muscolari o cellule del sangue). La cellula staminale fondamentale nello sviluppo embrionale umano è l’uovo fecondato, che consiste appunto di un’unica cellula dotata però delle istruzioni e capacità per divenire ogni tipo di cellula del corpo. L’uomo fecondato è una cellula staminale totipotente, cioè il suo potenziale è totale.