Donare sangue è un atto di grande solidarietà e umanità.
Nella vita di un individuo sano le trasfusioni di sangue possono essere necessarie in casi eccezionali, per reintegrare quello perso in seguito ad operazioni chirurgiche o gravi emorragie.
Nella vita di un talassemico, invece, le trasfusioni sono indispensabili per la sopravvivenza e la conduzione di una vita, per quanto possibile, in buona salute.
Un malato di talassemia necessita di circa 50 donazioni all’anno; se pensiamo che l’intervallo minimo tra una donazione e l’altra è di 90 giorni (pari a 4 donazioni l’anno), basandoci su un calcolo approssimativo, possiamo dire che ogni talassemico ha bisogno di 12 donatori.
Le donazioni però spesso non ricoprono la richiesta di sangue, a discapito della salute o addirittura della vita stessa del malato.
Negli ultimi anni il Piemonte, regione che poteva donare parte del sangue raccolto alle regioni più disagiate, come la Sardegna, ha registrato un grave calo delle donazioni in seguito al quale ha promosso una campagna di sensibilizzazione.
La donazione non comporta rischi di alcun genere per la salute. Il sangue, infatti, è rinnovabile ed è quindi possibile privarsene in parte senza che l’organismo ne risenta. In natura li sesso femminile, che ha una perdita di sangue costante ogni mese, è più longevo del maschio. Inoltre il donatore ha anche la possibilità di controllare periodicamente il proprio stato di salute. Anche la donazione di sangue per le donne non ha alcuna controindicazione se non si superano le due donazioni l’anno che, invece, per l’uomo salgono a quattro (ogni tre mesi). Il monitoraggio costante dell’emoglobina, effettuata preliminarmente a ogni donazione, della sideremia e della ferritina, assicurano la tutela della salute delle donatrici e dei donatori.
Basta rivolgersi ad un centro trasfusionale dell’ospedale della propria città e presentarsi a digiuno.
Occorre essere maggiorenni ed avere alcuni requisiti di base:
– età compresa ta 18 e 65 anni
– peso superiore ai 50 kg
– pressione compresa tra 110/180 per la massima e 60/100 per la minima e un’emoglobina non inferiore a 12,5-13,5
– un buono stato di salute generale
CHI NON PUÒ FARLO!
– la donna in stato di gravidanza
– la donna in periodo mestruale
– chi soffre di allergie
– chi soffre di ulcere gastriche
– chi ha fatto vaccinazioni
– chi ha contratto malattie infettive
– chi è stato sottoposto a interventi chirurgici importanti
– chi ha fatto tatuaggi o agopuntura
Al potenziale donatore verrà richiesto di compilare un modulo con cui fornisce una serie di notizie sulla propria salute e dà il proprio consenso al prelievo.
L’idoneità alla donazione verrà determinata solo dopo un colloquio con il medico e un primo prelievo di sangue necessario per gli esami di laboratorio. Si ha quindi un controllo preventivo e gratuito sullo stato di salute.
Accertata l’idoneità la donazione avverrà tramite prelievo di sangue della durata di 5-8 minuti circa, dopodichè verrà offerto un ristoro per reintegrare i liquidi e migliorare il comfort post donazione.
Per ogni donazione ai lavoratori dipendenti viene riconosciuta per legge una giornata di riposo retribuita, in base all’artt.13 e 14 della legge n.107/1990 che disciplina i permessi per le donazioni di sangue.
Inoltre si ha la garanzia, in caso di necessità, di ricevere per il donatore e per i suoi familiari il sangue per un intervento chirurgico programmato (autodonazione) o di pronto soccorso (assicurato sangue).
Donare sangue è vita e la vita ha bisogno di te!
Tabella delle compatibilità dei gruppi sanguigni A B 0 ed RH
STORIA: COME E’ LEGATA LA TALASSEMIA ALL’AVIS?
La risposta sta nel fatto che l’unico aiuto ai malati gravi arriva dalla trasfusione di sangue. La cura della talassemia, infatti, si è evoluta attraverso vari periodi storici:
Fino al 1955 i bambini ammalati avevano in media due o tre anni, pochissimi arrivavano ad otto – nove anni.
Dal 1955 al 1965 cominciarono ad essere effettuate le prime trasfusioni solo quando l’anemia diventava molto grave; con questo sistema i bambini riuscivano a sopravvivere fino a dieci, dodici anni in media, con una scadente qualità della vita. Anni 1965 – 1980: praticando tempestive trasfusioni periodiche, la durata media della vita dei malati arriva a circa venti anni con una migliore qualità della vita in regime ipertrasfusionale.
Dal 1980 si attua il regime “supertrasfusionale”: si pratica cioè un numero di trasfusioni così alto da impedire al malato di andare in anemia. Questa tecnica, associata in alcuni casi alla asportazione chirurgica della milza e sempre alla terapia chelante (che elimina la quantità eccessiva di ferro della trasfusione), ha portato la durata media della vita dei pazienti oltre i quaranta anni e con qualità di vita praticamente paragonabile ad un soggetto normale.
AVIS
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FAQ – Le domande più frequenti – LE DONAZIONI DI SANGUE
INDICAZIONI UTILI PER I PORTATORI SANI
I portatori sani normalmente donano il plasma e piastrine, la donazione di sangue intero è ugualmente possibile ma solo in quantità limitate sotto la guida di un medico specializzato e comunque tenendo conto dei requisiti generali per poter donare (peso corporeo, età, condizioni generali di buona salute, ecc..).
Il sangue di cui ha bisogno un Talassemico deve necessariamente contenere una quantità di emoglobina sufficiente per il suo sostentamento. Il gruppo sanguigno è indifferente ai fini della donazione. E’ d’altro canto fondamentale, al momento della trasfusione, che il portatore sano abbia tutte le caratteristiche d’idoneità per poter donare. Nel caso in cui sia possibile che il portatore sano doni sangue intero, che quest’ultimo verrà utilizzato per un soggetto talassemico, tenendo in debito conto il valore dell’emoglobina del donatore.
Un medico della sede AVIS a te più comoda o un medico di un centro trasfusionale, dopo aver effettuato un colloquio, una visita, ed i dovuti accertamenti di tipo diagnostico e strumentale, verificherà con certezza che non vi siano controindicazioni alla donazione.